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The remote space

· 2 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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remote space Foto concessa da: publicdomainpictures

Quando serve spostare un sistema da un computer ad un altro, normalmente ci si trova con molti dati.

Spesso stiamo spostando il sistema proprio perchè abbiamo bisogno di più spazio,

eggs, necessita per creare l'immagine ISO del sistema di uno spazio pari alla grandezza dell'intero filesystem compresso, moltiplicata per due - perchè il file filesystem.squashfs verrà copiato interamente nella ISO - più altro spazio - normalmente trascurabile - necessario per la configurazione della iso stessa.

Si finisce, così a non poter rimasterizzare/clonare il sistema proprio nel momento del massimo bisogno.

Ragionando su questa problematica con l'utente @unibox, ho pensato di spostare la creazione della ISO avviabile su un punto di mount.

In sostanza, mentre precedentemente il file system compresso veniva costruito in una cartella ISO posta direttamente sotto /home/eggs, attualmente avviene sotto /home/eggs/mnt.

Il bello è che si può montare sotto /home/eggs/mnt sia una partizione locale, sia dello spazio remoto.

Per montare una partizione locale, ad esempio: /dev/sdb1 è suddiciente utilizzare il comando:

sudo mount /dev/sdb1 /home/eggs/mnt

Se, invece, si vuole montare una condivisione remota daremo:

sudo sshfs root@x.x.x.x:/path/to/share /home/eggs/mnt

A questo punto potremo generare la iso, avendo garantito ad eggs lo spazio sufficiente per poter funzionare: sudo eggs produce.

Prospettive

Questo naturalmente facilita molto l'utilizzo di eggs per spostare interi sistemi da un computer ad un altro, e possiamo farlo direttamente utilizzando condivisioni di rete. Considerate pure che è anche possibile utilizzare l'opzione --crypedclone per clonare il sistema senza esporlo direttamente - ma su un volume LUKS - possiamo anche pensare di trasferire un server dalla nostra sede alla server farm all'estero in relativa sicurezza.

Avvertenza

Nonostante tutte le attenzioni poste nello sviluppo non sono certo infallibile, quindi prestate SEMPRE le dovute precauzioni.

Il programma è distribuito, così come è, sotto licenza di software libero GNU GPLv2 o Licenza MIT. Per essere chiari - l'utilizzo di questo software è a vostro rischio e pericolo - e l'autore non risponde, in alcun modo, di una eventuale perdita di dati dovuta all'utilizzo del software.

Prossimi step

Dalla regia chiedono se è possibile far funzionare eggs con systemd-boot, credo di si, ma occorre studiarlo!

Di palo in frasca

· 2 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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Non riesco a trovare ulteriori informazioni su come fare installare btrfs su una distribuzione tipo Debian o Arch, o meglio, non riesco a reperire quello che mi manca:

quali pacchetti installare?

  • btrfs-progs
  • libbtrfs0 (userspace shared code library libbtrfs)
  • libbtrfsutil1 (runtime util library)

quali configurazioni occorrono?

God know, at the moment...

Dove reperire informazioni

Bodhi Linux

Ogni tanto, come molti, dò una occhiata a distrowatch per vedere quello che succede.

Oggi ho trovato l'annuncio di una nuova release di Bodhi Linux ed ho provato a rimasterizzarla.

Bodhi Linux, è una distribuzione leggera con il desktop Moksha, veloce e completamente personalizzabile. La versione a 64 bit è basata su Ubuntu (22.04).

Cosa significa Bodhi?

Il termine sanscrito è pāli bodhi (devanāgarī बोधि) indica il "risveglio" buddhista inteso in senso spirituale, tradotto in Occidente anche con "illuminazione". Il termine bodhi indica quindi l'illuminazione spirituale nell'ambito della religione buddhista.

Che cosa è Moksha?

La parola "Moksha" (pronunciata "monk-shuh") è originale in sancrito proprio come Bodhi. Il suo significato è "emancipazione, liberazione o rilascio". Moksha è la continuazione di Enlightenment 17 desktop. Consiste nel back porting dei bug fix e delle caratteristiche dalla future release di Enlightenment, così come nella rimozione di parti parzialmente finite o rotte contenute in E17.

Bhodi Linux rimasterizzato con eggs

Ho fatto la mia rimasterizzazione di Bodhi Linux lasciandolo il più possibile com'è in originale, in sostanza cambia solo il programma di installazione - eggs utilizza calamares.

Lo potete scaricare dalle pagine di sourceforge di penguins-eggs sotto la cartella bhodi.

Penguins and eagles (Garuda)

· 2 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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Credo di aver nuovamente incontrato il Principe di Serendip.

Non è la prima volta, ormai stiamo diventando amici, e ci stimiamo a vicenda.

In questi giorni, tra indecisioni ed altro, alla fine ho aggiunto ad eggs la capacità - in realtà piuttosto semplice - di configurare calamares con diversi filesystem, in particolare btrfs.

Prova e riprova però non riuscivo a farlo effettivamente funzionare. Almeno sino a quando Stefano Capitali mi ha suggerito di dare una occhiata a Garuda Linux. Tra l'altro, Stefano fa parte del team di Manjaro ed ha anche contribuito non poco al porting di eggs su Manjaro, Arch e derivate ma - nonostante fosse "la concorrenza" - non ha lesinato il consiglio.

Perchè Garuda? Perchè in Garuda Linux il filesystem installato di default è proprio btrfs e - come dire - ci dovrebbe essere tutto l'occorrente per farlo funzionare.

Inoltre, e qua c'entra soprattutto il Principe, Garuda utilizza nativamente la repository aur chaotic nella quale il pacchetto penguins-eggs è già presente.

Quindi non occorre alcuna configurazione particolare per poterlo installare.

Proviamo

Ho fatto una prima installazione di Garuda Linux nella versione XFCE, ed ha funzionato!

Quindi ho ripetuto l'esperimento con la versione plasma, da loro denominata dr460nized.

Questi i comandi necessari:

sudo pacman -Syu penguins-eggs

sudo eggs dad -d

sudo eggs calamares --install

sudo eggs tools clean

sudo eggs produce

Tutto fatto!

garuda

Trovate delle ISO rimasterizzate con eggs di Garuda Linux nella pagina di sourceforge di penguins-eggs sotto la voce garuda

Problemi e workaround

E' stato necessario creare la directory /etc/sddm.conf.d, il file kde_settings.conf utilizzando la configurazione GUI di sddm ed il file /etc/sddm.conf.d/autologin.conf.

Mentre inizialmente ho utilizzato la versione Garuda KDE Dr460nized, alla fine ho optato per la versione Garuda Linux KDE lite che non ha tutte le customizzazioni di Garuda e, con la quale mi trovo meglio per i miei scopi.

Installazione

Occorre SEMPRE selezionare l'installazione btrfs, per l'installazione di Garuda, in quanto il sistema è configurato per funzionare su btrfs. Non si avvia se lo installiamo formattando il disco con ext4.

Remastered Garuda ISOs

Potete trovare varie versioni di Garuda rimasterizzate con eggs sulla pagina sourceforge del progetto, alla cartella garuda

Sparky Linux

· 2 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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sparky

Hi Sparkers

of course this post make me curious.

I am Piero Proietti the author of penguins-eggs, a remastering program written in the footsteps of the various remastersys, systemback, refracta-snapshot, etc.

I thank the author of the post pavroo for his interest, and describe my experience with Sparky.

Both testing penguins-eggs and test it's compatibility with many distributions, both original and derived.

Sparky did not give me any major problems, but I still had to take action on two things.

os-release

The first, the lack of the field VERSION_CODENAME in /etc/os-release.

eggs goes to detect the result of command lsb_release -c to decide which distribution it is, here it turns out n/a which stands for rolling release and that's not good, because that way I impose Arch Linux compatibility.

So I simply edited /etc/os-release and placed VERSION_CODENAME=bootworm for version 7 and VERSION_CODENAME=trixie for version 8.

calamares

Sparkly linux provides its own version of calamares, unfortunately this one has incompatibilities with eggs, so you'd better install the debian version.

apt-cache policy calamares

Installed: 3.2.61-1+b1
Candidate: 3.2.61~sparky7~3-1
Version table:
*** 3.2.61-1+b1 500
500 http://deb.debian.org/debian bookworm/main amd64 Packages
100 /var/lib/dpkg/status
3.2.61~sparky7~3-1 1001
1001 https://repo.sparkylinux.org orion/main amd64 Packages

We can proceed in this way:

sudo apt install calamares=3.2.61-1+b1

After that is better to look apt upgrade of calamares, just use:

sudo apt-mark hold calamares

to be continued

I tried to answer to the post on Sparky site, unfortunately I get access denied, so before I try to disturb the author, then I decided to publish here.

There is again much to say and discuss a possible collaboration, we will see.

SpiralLinux

· Lettura di 1 minuto
Piero Proietti
penguins-eggs author
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SpiralLinux è una bella idea ed una bellissima distribuzione!

La bella idea è che NON è una distribuzione ma rimane una Debian basata però su default diversi.

E' facilmente installabile, comprende il filesystem btrfs e lo installa di default, presenta una grafica scarna ma comunque gradevole.

Rende possibile l'installazione di Debian con btrfs anche ai niubbi.

E questo non sò se sia un bene o un male!

Un punto morto

· 2 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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Eggs è nato più o meno nel corso del 2016 sulle ceneri di software precedenti.

Sono stati anni, dal punto di vista lavorativo, intensi.

Ho lavorato, quando ho potuto sino a dieci/dodici ore al giorno, ormai da sette anni. Se una cosa mi è mancata dal mio pensionamento non è stata certo l'informatica ed il mio lavoro.

Eggs sta avendo un certo successo - non molto, considerando che è sostanzialmente uno dei pochi software di rimasterizzazione rimasti - e senz'altro l'unico capace di gestire distribuzioni differenti: nel nostro caso Debian e derivate (incluse Devuan ed Ubuntu) ed Arch e derivate (inclusa manjaro, garuda, crystal, etc),

Di tanto in tanto arriva qualche proposta di estendere le sue capacità a gentoo, a fedora o altre.

Sono circa tre giorni che mi "diverto" - alla lunga diventa palloso - a rinfrescare le distribuzioni che ho rimasterizzato e messo su sourceforge.

Diciamo pure, che - a patto di perderci un minimo di tempo - è possibile ricreare tutto lo scibile delle derivate Debian e praticamente abbiamo la stessa situazione nella famiglia Arch.

Ho rimasterizzato blendOS che mi sembra un buon sistema, in grado di essere compatibile con altre distribuzioni e ne ho creato uno proprio fringuello aggiungendo alla mia macchina di sviluppo colibri - in versione Arch - il software distrobox per la gestione dei container.

Insomma, le strade percorribili sono state percorse: in lungo ed in largo.

Che fare?

Qua la domanda è per me e per voi cari lettori, che mi suggerite e - come potete eventualmente supportarmi nello sviluppo?

Io al momento sono orientato a sondare la possibilità di supportare fedora, che sarebbe una aggiunta rilevante pensando alla miriade di derivate.

E voi cosa ne pensate?

Potete commentare anche qua sotto. Grazie!

un punto morto

La Madonna dell'Assunta

· 3 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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Oggi per la Chiesa è la festa dell'Assunta, «La Vergine Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

Per indolenza, a Roma, il popolino - ovvero tutti - celebrano il "Ferragosto" ovvero le ferie di Augusto imperatore e, di norma vanno molto il pollo con i peperoni ed il cocomero.

In spiaggia e meno.

Ho preso qualche giorno di vacanza anche io, allontanandomi un po' dalla tastiera e dall'Italia. La vacanza ha funzionato, mi ha ricaricato come non mai e nel giorno di ferragosto ho rilasciato una nuova versione di eggs, rifatto numerose ISO ed iniziato questo scritto che sto completando ben tre giorni dopo.

Risolto il problema con calamares

Per qualche ragione, io non me ne ero mai accorto, calamares - con le mie configurazioni - ha iniziato a non mostrarmi più le opzioni per installare il sistema su una partizione pre-esistente.

Se ne è reso conto però Emer Chen che sta realizzando il suo LDS ed ha affrontato il problema, prima suggerendomi di utilizzare la versione di calamares compilata da SparkLinux, quindi facendomi notare che - sostituendo in /etc/calamares/modules i moduli originali di Debian a quelli di eggs, il problema sparisce.

Dopo qualche tentativo, ed anche più in effetti, ho riscontrato che il problema sorgeva dalla mancanza del file di configurazione welcome.conf che, non essendo modificato da eggs, non veniva copiato su /etc/calamares/modules.

calamares replace partition

Quindi, ieri ho rilasciato una versione di eggs v9.5.17 che risolve questo noioso problema e, naturalmente sto iniziando a rifare - per l'ennesima volta - le principali ISO.

Fedora, SuSE e le altre

Da quando ho iniziato eggs il mio sogno era di riunire sotto un unico programma di rimasterizzazione tutte o quasi le principali distribuzioni Linux.

Naturalmente la fatica di realizzare il programma mi ha portato dapprima a completare la parte Debian/Devuan/Ubuntu, quindi estenderla - ormai da un anno - al mondo Arch e compatibili.

Attualmente sto ricevendo richieste in tal senso, specialmente per fedora.

La mia intenzione è estendere eggs a fedora e successivamente a SuSE, ma necessito di collaborazione e, se possibile, di sponsorizzazioni.

L'Assunzione

Mi spiego meglio, parafrasando la festività.

Sinora con eggs sono andato avanti esclusivamente con le mie proprie risorse: ovverò investo in esso tutte le mie conoscenze, la quasi totalità del mio tempo ed anche - diciamo così - mi autofinanzio per hardware e sito.

Diciamo che una sponsorizzazione darebbe un maggior senso a questo lavoro - piuttosto impegnativo - nonchè garantirebbe anche una maggiore autostima.

Poi, se non altro, renderebbe più sopportabile a mia moglie la mia smodata passione per l'opensource e l'informatica!

assunzione

Alice in Wonderland

· 5 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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Mi è venuto in mente la favola di Alice di Lewis Carrol nella mia avventura con blendOS.

Se, immeritatamente, mi spetta il ruolo di Alice estasiato di fronte a tante novità, dovremmo pure incontrare diversi personaggi, dal bianconiglio, al cappellaio pazzo.

Durante la navigazione tra i tanti siti di sviluppo e Linux, un giorno di fine aprile mi imbattei in una curiosa novità: una distribuzione che raccoglieva tutte le altre e le faceva coesistere al suo interno.

Risultò alla fine che, tale distribuzione denominata blendOS era basata - comunque - su Arch linux, nonostante il creatore fosse un riferimento in ambito Ubuntu.

All'epoca dei fatti era appena uscita la versione 2, denominata Avial, che dovrebbe essere un piatto indiano di cui l'unica notizia certa che ho è che si mangia.

Poi è uscito Bhatura, ad inizio giugno. Anche qua sempre di un piatto indiano si tratta, questa volta di un pane.

Considerando che anche akshara una parte importante del sistema deve il nome ad un piatto indiano, l'unica certezza che mi rimane è che l'autore deve essere un ragazzo indiano di buon appetito.

L'inizio della storia

Mi avventurai allora ad inseguire la farfalla nella speranza di catturarla ed esporla - ancora viva - in una versione installabile.

La faccenda era difficile però, l'animale aveva un carattere immutabile e, per riprodursi ricostruiva se stessa sostanzialmente da zero.

Ma io volevo dimostrare la capacità del mio programma e, comunque la volevo catturare.

Il primo incontro, fu con lo stesso autore che mi suggerì che l'hook blend sulla live non era necessario ma poi, prese l'orologio e grindando: ho da fare, ho da fare... Ed improvvisamente sparì.

Ebbi nuove notizie, sul bianconiglio solo dopo qualche tempo, avevo già trovato il modo di riprodurre la farfalla a modo mio, quando per destino o per celia incontrai il Cappellaio Matto.

Costui viveva in Olanda nella regione dei pazzi e, si narrava facesse di professione il maestro, aveva più o meno la mia stessa età, qualche anno in meno,

Viveva, quindi nel suo castello tra chroot e tanto altro, in compagnia del suo compare, tale asterisco da Bologna, giovine dotto ed intrarprendente.

Mi fu di grande aiuto durante le mie sperimentazioni, ma come in tutte le favole arrivò il blackout: tre giorni senza corrente elettrica per di più con la temperatura che superava i 40° C.

Desistetti al momento, sperando di vedere presto la nuova versione e cominciai a girovagare.

Fringuelli che producevano colibri

Dopo un po' di tempo di queste frequentazioni, Alice cominciò ad indagare il bandolo della matassa e, prima fece alcuni tentativi mal riusciti, poi fece un fringuello che covò un colibri.

Il colibri era - in origine - una leggera macchina Debian di chissà quale versione, forse buster - ma buster già in età matura.

Col tempo il colibri aveva preso ad essere anche una piccola macchina Arch con pressapoco le stesse caratteristiche: nodejs, code e tutto l'occorrente per produrre penguins-eggs, solo su una distribuzione diversa.

Le due macchine si somigliavano molto però, i programmi erano praticamente gli stessi e, di solito, prima si creava la versione Debian, poi si testava su Arch ma anche viceversa.

Era un continuo saltare tra i due colibri ed il rilascio avveniva - dopo le iniziali difficoltà - pressochè in contemporanea.

La nascita del fringuello

Il fringuello nacque semplicemente da un Arch colibri a cui fu aggiunto distrobox e poco altro:

sudo pacman -Syu podman distrobox

distrobox-create -n debian12 -i debian:12

distrobox enter debian12

sudo apt install bzip2 git nano tar xz-utils

Scaricare ed installare nodejs19 da nodesource, quindi:

sudo npm i pnpm -g

git clone https://github.com/pieroproietti/penguins-eggs

cd penguins-eggs

pnpm i

pnpm deb

e strano a dirsi, la versione esportata riusci a fare l'uovo sul vecchio colibri Debian!

Se non è una meraviglia questa!

La seconda cosa che fece il fringuello

Dopo aver fatto un uovo di colibri, naturalmente il fringuello pensò bene a riprodursi!

Era tempo di ferie e di tempo non ce ne era poi molto, per cui manco cambiò lo sfondo del desktop, giusto il nome per distinguersi.

Creato l'uovo e reinstallato il fringuello, naturalmente ci si rese conto che aveva perso però l'anima Debian12, ma era rimasta tutta l'impalcatura di distrobox.

Sarebbe stato possibile naturalmente creare un clone e portarsi dietro tutto, ma... Per la prossima volta!

il clone prima del viaggio

L'aereo partiva alle 15:00, lui - era anziano - s'era svegliato alle 6:00, già tardi per le sue abitudini.

Si prese cura di cancellare il cancellabile per non farlo ingrassare troppo e, specificatamente:

  • penguins-eggs/dist
  • penguins-eggs/node_modules`
  • penguins-eggs/tmp

sudo rm penguins-eggs/dist -rf

rm penguins-eggs/node_modules -rf

sudo rm penguins-eggs/tmp -rf

E provò a fare il clone:

sudo eggs produce --clone --max

Gli riuscì un uccelletto poco più grande 2,2 GB, giusto 600 MB di Debian e provò quindi ad installarlo, poi a creare nuovamente penguins-eggs per Debian.

Lo installò di nuovo e, bastò ricordarsi che per il clone, gli user sono gli stessi del genitore e, quindi, nel nostro caso: artisan/evolution e root/evolution.

Una volta eseguito il login:

distrobox enter debian12

cd penguins-eggs

pnpm i

pnpm deb

E tutto funzionò perfettamente!

Pose il risultato fringuello-clone fra le pagine sourceforge di penguins' eggs per Arch.

Se volete e potete, poteste scaricarvi il fringuello e compilarvi penguins-eggs sia per Arch che per Debian.

Buon lavoro e buona vita a tutti.

the Ray right way

· 4 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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To re-build the blendOS ISOs, I started with the documentation on blendOS Docs, and then experimented, finding a way to use blendOS to recreate itself by removing the akshara hook.

Reasoning with Ray Vermey, I was told - and must agree - that using this method:

"yes but then you take away one of Blends biggist reasons to exist :-)"

and, therefore, using Ray's suggestions, I began to inquire about a more "orthodox" version.

This is the original Ray Vermey way.

Do this from a CLI in blendOs, NOT in a container:

mkdir arch-chroot

sudo pacstrap -K arch-chroot base linux linux-firmware

when that finishes, remount arch-chroot binded:

sudo mount --bind arch-chroot arch-chroot

then:

sudo arch-chroot arch-chroot

pacman -S git archiso base-devel xorriso python python-psutil squashfs-tools

Wait a bit, expecially at the end. Then:

pacman -S python-click nano

useradd -m -G wheel -s /bin/bash apprentice

use visudo to edit /etc/sudoers:

export EDITOR=nano; visudo

## Uncomment to allow members of group wheel to execute any command
%wheel ALL=(ALL:ALL) ALL

passwd apprentice

su - apprentice

cd

mkdir blendos/build -p

cd blendos/build

Installing assemble

blendOS uses its own system, Assemble, for managing code and builds. It's quite similar to repo in the realm of Android development.

TEMP_ASSEMBLE_DIR="$(mktemp -d)"

git clone https://github.com/blend-os/assemble "${TEMP_ASSEMBLE_DIR}/assemble"

sudo cp "${TEMP_ASSEMBLE_DIR}/assemble/assemble" /usr/local/bin

rm -rf "${TEMP_ASSEMBLE_DIR}"

You may now proceed to building blendOS.

Initialize an Assemble repository

assemble init 'https://github.com/blend-os/manifests' 'main'

assemble sync

edit /etc/pacman.conf, and add the line:

[blend]
Server = https://pkg-repo.blendos.co/$repo/os/$arch

then:

sudo pacman -Syu

Prepare the system packages

source build/envsetup.sh

breakfast | tee breakfast.log

informazioni

I refreshed the instructions again, follow last indication of Ray. It seem to work like a charm. Just discarted the following part:

sudo pacman -S rsync reflector
sudo reflector -c Netherlands -f 10 > mymirror
sudo cp /etc/pacman.d/mirrorlist /etc/pacman.d/mirrorlist.bak
sudo cp mymirror /etc/pacman.d/mirrorlist

then, add line add SigLevel = Never to /etc/pacman.conf under all active repositories:

sudo nano /etc/pacman.conf

Build an ISO

sudo brunch

I did the actual blendOS-gnome-2023.07.15-x86_64.iso on penguins' eggs sourceforge page, starting from a blendOS-xfce-2023.07.15-x86_64.iso I previusly did before, and installed. You can found both on sf.

This image blendOS-lxqt-2023.07.17-x86_64.iso, was made with this way.

ray-installing

Also this blendOS-ray-gnome-2023.07.16-x86_64.iso was made in the same way to confirm the process and check waydroid.

Mastering other versions

Once we have made our gnome version, we can create the others: plasma, xfce, cinnamon, etc. For the purpose I first move the ISO made outside the system, also to recover space, then:

cd blendos/build
source build/envsetup.sh
sudo brunch

Conclusions

I did all the procedure - many, many times - it work nicelly.

Actually following this procedure - just cut and copy commands - I was able to build blendOS from blendOS itself, from my Arch develop machine (colibri) and from a simple CLI Arch installation (naked).

To be honest I like more to remove hook akshara, build the ISO and then reintroduce it. I feel it more simple and I think this is a value more than a problem, but - of course - the authors know better than me.

informazioni

With penguins-eggs, I'm using that way: remaster the system without akshara and reintroduce the akshara during installation with calamares or krill, just using theme blendos.

In short, using eggs, I do this:

  • remove akshara from /etc/mkinitcpio.conf;
  • rebuild initramfs-linux-zen.img: sudo mkinitcopio -g /boot/initramfs-linux-zen.img;
  • reboot;
  • add chaotic aur, just follow instructions on their site.
  • install penguins-eggs: sudo pacman -Syu penguins-eggs
  • configure it: sudo eggs dad -d
  • add calamares: sudo eggs calamares --install
  • eggs wardrobe get
  • sudo eggs produce --theme blendos

arch-calamares-icu

· 2 minuti di lettura
Piero Proietti
penguins-eggs author
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Ho un problema invalidante con le ultime versioni di Arch Linux con l'installer grafico calamares:

il pacchetto icu International Components for Unicode viene utilizzato da calamares

In particolare la versione attuale: icu@73.2-1 non viene utilizzata da calamares che cerca la precendete icu@73.1

Ho provato a sistemare con un link simbolico ma continua a non funzionare, probabilmente con le prossime versioni il problema rientrerà da solo, per il momento - purtroppo - calamares su Arch non mi funziona.

E per un programma di rimasterizzazione è un grandissimo problema.

Krill

Ad ogni modo è ancora possibile installare Arch utilizzando krill, l'installer CLI integrato in penguins-eggs. Naturalmente occorre tener presente che krill eseguirà una installazione distruttiva, ovvero cancellerà il disco sul quale avete deciso si installare.

Per installare con krill, basterà:

  • aprire una finestra di terminale
  • digitare il comando: sudo eggs install
  • seguire le istruzioni.

Soluzioni?

  • rimuovendo dai settings.conf di Calamares le chiamate al modulo user l'installer funziona, ma rinunciare alla creazione dell'utente sembra una rinuncia piuttosto pesante:

  • ho provato a ricompilare calamares, va bene per quanto riguarda icu ed il modulo user si carica, ma calamares si pianta sul modulo mount;

  • ho provato ad utilizzare la versione 7.3.1 niente da fare, il modulo user non funziona e cerca la 72!!!

Se qualcuno è a conoscenza di una soluzione, può indicarla nei commenti. Grazie

calamares-eggs

E così dopo aver pensato le uova di pinguino per far riprodurre i pinguini, ci è toccato passare alle uova di calamaro per far riprodurre i calamari. D'altra parte i pinguini qualcosa devono pur mangiare!

Non sò ancora come organizzarmi con il pacchetto, al momento ho semplicemente creato lo stesso in eggs-pkgbuilds

Però va!

installing blendos with calamares.png

installig gnome

installig gnome dark